Nuove proteste in Birmania, per le strade di Yangon, contro il colpo di stato militare. La polizia spara proiettili di gomma contro i manifestanti.
YANGON – Non si placano in Birmania le proteste contro il golpe dello scorso 1 febbraio che ha deposto il governo eletto democraticamente, del quale faceva parte Aung San Suu Kyi.
La polizia spara proiettili di gomma
Centinaia di persone sono infatti scese in strada a Yangon. La polizia, per tutta risposta, ha sparato proiettili di gomma per disperdere i manifestanti. L’azione è avvenuta poco dopo che l’ambasciatore dell’ex colonia britannica presso le Nazioni Unite ha lanciato un appello all’azione contro la giunta militare.
Birmania, la condanna del mondo
Le cancellerie occidentali, con Washington e Londra in testa, hanno espresso preoccupazione e sdegno per quanto sta avvenendo in Myanmar. Il premier Johnson ha parlato chiaramente di “fabbricazione di prove giudiziarie” contro la deposta leader birmana Aung San Suu Kyi.
E anche la Cina stigmatizza il comportamento dei militari: “Il golpe non è affatto quello che la Cina vorrebbe vedere“, ha ammonito l’ambasciatore cinese nella ex Birmania, Chen Hai. “Avevamo notato da tempo la faida interna per le elezioni, ma non eravamo stati informati in anticipo di un cambiamento politico“.